Alle 9:00 si parte per Soweto con un autista, che ci fa anche da guida, della Boyang Gape Tours.
Primo stop all’ ultima casa di Mandela dove è vissuto fino alla sua morte. Foto di rito davanti al cancello. La cosa che colpisce non è tanto la casa, ma le aiuole che sono lungo la strada, dove le piante sono circondate da numerosissimi sassi, alcuni dei quali colorati e con dediche al grande uomo.
Ci fermiamo ad osservare la Soccer city, quartier generale dei Mondiali di calcio del 2010 che ha la forma di una zucca africana, ora proprietà cinese. Domina i binari abbandonati delle ferrovie che servivano le miniere nella periferia di Soweto.
Arriviamo a Soweto e la nostra guida ci fa vedere un quartiere residenziale, con ville magnifiche, costruite con mattoni di tonalità diverse. Ci accostiamo per vedere dal di fuori la casa della seconda moglie di Mandela: Winnie. Oltre la strada e a una certa distanza l’immagine cambia: file di monolocali in ognuno dei quali possono vivere anche più persone con il bagno in comune ( alcuni sono occupati da soli uomini, altri da sole donne).
Si comincia a evidenziare le differenze sociali!!!! La guida ci dice che quando è diventato Presidente Nelson Mandela, le cose lentamente stanno cambiando, perchè ha dato la possibilità a questi uomini di ricongiungersi con la famiglia, acquistando piccole case costruite appositamente per loro.
Ecco Kliptown, dove nel 1955 fu redatta la Freedom Charter. Siamo nella Walter Sisulu Square of Dedication, dove si erge il Freedom Charter Monument, costruito in mattoni a forma di cono.
La nostra guida ci avvisa che ci porterà a fare una passeggiata a piedi. Entriamo in una baraccopoli, accolti da gente tutta di colore, sorridente e cordiale, nonostante l’evidente poverà. I bambini poi sono bellissimi e gioiosi, ci vengono incontro, ci abbracciano. Ci addentriamo nelle viuzze sterrate, a destra e sinistra baracche quasi tutte in lamiera e persone che entrano e escono. Nella piazzetta principale c’è una fontanella e qui le donne fanno il bucato. Dei rivoletti di acqua attraversano le viuzze. Lasciamo questo luogo con tristezza, malinconia, ma anche rabbia. Perchè tante ville solo a poche decine di metri?
A nord della famosa Vilakazi St. sorge l’Hector Pieterson Memorial. La piazza è dedicata al ragazzo di 13 anni ucciso dalla polizia durante la rivolta di Soweto. Accanto sorge il Museo che propone un’interessante ricostruzione della vita a Soweto e la storia della lotta per la libertà. Vengono ripercorsi i tragici incidenti del 16 giugno 1976, quando una protesta pacifica degli studenti contro l’introduzione dell’afrikaans come lingua d’insegnamento, fu soffocata con violenza dalla polizia e fu ucciso Hector Peterson. Molto interessante e ben organizzato questo museo!!!
Dopo aver visto dalla macchina la Regina Mundi Church, che ebbe un ruolo importante nella lotta contro l’apartheid, grazie all’arcivescovo Desmond Tutu, arriviamo alla Mandela House. In questa piccola casa, ricostruita qualche tempo fa, Mandela visse con la prima moglie Evelyn e in seguito con la seconda Winnie. Interessante e ricca di foto di famiglia, arredi e tanti altri oggetti. Nel giardino sotto un albero di manuka, un braccio alzato con il pugno chiuso, scolpito su marmo grigio, ricorda la data di nascita e di morte del grande uomo.
A pochi passi dalla casa di Mandela si trova quella di Desmond Tutu.
Si ritorna a Johannesburg e sono quasi le 14:30